percorso “i segreti della piazza”

Vieni. Incamminati con noi.

Segui questo tracciato ma soprattutto guardati in giro, fai vagare lo sguardo appoggiandolo su muri, pareti di edifici e cielo perché Montichiari è bella anche così, assaporata con leggerezza, perché in questa cittadina la poesia è nascosta in ogni angolo e sorprende dove meno te lo aspetti.

 

Partiamo dal cuore pulsante della città: Piazza Santa Maria. Fino a pochi anni chiamata Piazza Garibaldi e, prima ancora, Piazza Grande, da secoli è il centro della vita civile e religiosa di Montichiari. Ha una forma asimmetrica, quasi una conchiglia marina, per il protendersi della facciata del Duomo.  Lo vedi il Duomo con il suo bianco abbagliante? Basilica Minore dal 1964, è dedicato a Santa Maria Assunta e sorge su di una chiesa preesistente, costruita all’inizio del 1400, che prendeva il nome di S. Maria Maggiore o Nova. L’attuale edificio fu un’idea di Monsignor Francesco Fracassino, primo abate di Montichiari, ma toccò al suo successore, Monsignor Foresti, dar il via all’ambizioso progetto nel 1728. Il disegno è dell’architetto lonatese Paolo Giuseppe Soratini, frate converso dei Camaldolesi ma diversi interventi vennero effettuati anche dall’architetto veneziano Giorgio Massari. La prima pietra, se la vuoi vedere cerca alla base esterna del coro in Piazza Treccani,  fu posta il 5 settembre 1729. L’altezza della facciata è di 40 metri, 53 quella del campanile e 4,5 quella della statua del Redentore. La statua del Redentore benedicente, opera di Stefano Salterio, è realizzata in lastre di rame, fissate su telaio metallico, e ricoperta con 13.000 foglie d’oro arrivate appositamente da Venezia. La monumentale facciata è coronata dalle statue dell’Assunta (al centro) di San Giorgio (a sud) e di San Pancrazio (a nord), patrono della città. Nelle nicchie inferiori vi sono le statue della Fede e della Religione, in quelle superiori quelle della Speranza e della Carità. Tutte le sette statue sono opera di Stefano Salterio. Quando entri nella basilica, abbandonati al suo silenzio, lasciati colpire dalla sua vastità calda e luminosa e dal suo misterioso slancio verso l’alto. Scopri tutti i suoi tesori: essa conserva preziose opere d’arte e reliquie, quali la splendida pala del Romanino (XVI secolo) che rappresenta l’Ultima Cena; la Via Crucis, dipinto olio su tela datato 1786 di Giovanni Berneri; le reliquie della Santa Croce e di San Pancrazio e la straordinaria Croce dei Fogliata, mirabile opera di oreficeria e meravigliosa croce processionale di origini medioevali e l’organo con oltre duemila canne.

Uscendo dalla porta principale del Duomo, puoi osservare la deliziosa Chiesa di San Pietro. Datata 1765, è stata edificata sulle fondamenta di tre chiese precedenti, tra le quali la più antica del 1381. Abbandonata già anticamente, dopo la costruzione della chiesa di Santa Maria (antesignana del Duomo), venne affidata da S. Carlo nel 1580 alla confraternita dei Disciplini (laici dediti alla preghiera e alla carità) che portarono a termine la ricostruzione nel 1765. La facciata di questa piccola chiesa è un gioiello dell’architettura settecentesca. All’interno è conservata una pregevole tela seicentesca che raffigura San Luigi Gonzaga.

Sulla piazza si affacciano, oltre al Duomo,  altri interessanti edifici:

  • La Loggia  posta tra le due strade del Borgo di sopra (via Mazzoldi) e di Santa Maria (via Cavallotti), era anticamente un edificio di proprietà comunale chiamato Botteghetto, che nel 1752 venne demolito per costruire una serie di portici sotto i quali, in tempo di pioggia, i Monteclarensi potessero rifugiarsi e tenere il mercato. Nacque così la bellissima costruzione attuale a loggia scandita in cinque tratti di agili colonne in pietra di Botticino e con ariosi archi sormontati da un immenso solaio.
  • casa Tebaldini (civico 28) e Palazzo “liberty” (sede della gelateria Mozart), quest’ultima costruita dai Treccani degli Alfieri importante famiglia cittadina. Dal punto di vista storico è molto importante una lapide, appesa sul balcone al civico 25: l’iscrizione indica il luogo dal quale si affacciò Garibaldi per infiammare gli animi dei giovani ed esortarli a compiere i passi decisivi per ultimare l’unità d’Italia.

 

Se percorri il lato nord est della Piazza (all’imbocco di via Felice Cavalotti), puoi ammirare una pregevole Madonna con il bambino realizzata dallo scultore Cesare Monaco di Dello. La statua, alta quasi due metri, in  bronzo, è posizionata su di una colonna di marmo.

Alle spalle del Duomo di Santa Maria Assunta si apre Piazza conte Treccani degli Alfieri. Giovanni Treccani, figlio di un farmacista e di una nobile bresciana, è uno dei figli più illustri di Montichiari. Capace e brillante industriale, fu uno straordinario filantropo. Nel 1919 elargì una cospicua somma all’Accademia dei Lincei, nel 1923 acquistò per 5 milioni di lire e donò allo Stato italiano la Bibbia di Borso d’Este, capolavoro della miniaturistica italiana oggi conservata alla Biblioteca Estense di Modena. Senatore del Regno d’Italia, fu il creatore e fondatore dell’Enciclopedia Treccani. Il titolo di “Conte” gli giunse per meriti acquisiti nel 1937, come pure la laurea Honoris causa in Lettere nel 1939. Suo figlio è il famoso pittore italiano Ernesto Treccani. In ricordo di Giovanni Treccani e del figlio Ernesto è istituito un importante concorso pittorico cittadino.

Piazza Treccani come pure Piazza Santa Maria sono sede, ogni venerdì mattina, del rinomato mercato di Montichiari, uno dei più antichi della provincia risalente già al 1173. Sulle due piazze si svolge il cosiddetto “mercato delle bancarelle”, un’occasione colorata e popolare di socialità, per fare buoni affari e passare qualche ora in famiglia; nella zona del Centro Fiera, invece, quello del bestiame terzo per importanza nazionale e il più importante per il foraggio (paglia e fieno).

Se la tua passeggiata non si è svolta di venerdì, ti aspettiamo di nuovo in Piazza per quel giorno. Non puoi, infatti, mancare il venerdì monteclarense, non puoi perdere l’occasione di gironzolare fra le bancarelle, di annusare l’odore del merluzzo fritto, chiamato nel dialetto locale “bertagnì”, o di assaporare, in qualche ristorante o locanda locale, i piatti tipici della nostra tradizione cittadina: la trippa e il baccalà oppure un delizioso gelato con panna. Anche questi sono i segreti della Piazza che devi imparare a riconoscere: il tempo dilatato, il gusto per la chiacchera fine a se stessa, il perdersi tra colori e profumi. Tutto il resto non te lo sveliamo, sarai tu che lo scoprirai tra un passo e l’altro.